mercoledì 31 gennaio 2018

Fine della magia?

Questo è un post fuori tempo massimo, ben oltre la zona Cesarini, ma certe cose accadono quando devono accadere e in particolare i figli crescono quando vogliono loro.
Nei mesi scorsi ho tenuto sott'occhio Ieie divisa tra è-ancora-un-bambino-così-ingenuo-per saperlo e figurati-uno-intuitivo-come-lui-se-non-l'ha-capito; ho origliato conversazioni trai suoi compagni del tipo "La mamma mi ha comprato una macchina per fare i pop-corn per Natale" "Allora vedi che Babbo Natale non esiste?" "No che c'entra, Babbo Natale mi porterà qualcos'altro", tutto questo nell'intento di comprendere la sua consapevolezza sulla questione Babbo Natale. Ma niente.
Ho notato solo una certa riluttanza a scrivere la letterina e un calo di entusiasmo e di curiosità per il panciuto signore.
Il fatto è che io alla sua età, da mo' che avevo mangiato la foglia, e non per particolari doti di chiaroveggenza. La mia illuminazione si deve a un Sapientino mezzo scartato, trovato sotto l'albero la mattina di Natale. Che c'azzecca? C'azzecca eccome, perché il suddetto io l'avevo già visto un bel po' di giorni prima mentre mi infilavo sotto un mobile alla ricerca di una pallina. Il pacco aveva da subito attirato il mio interesse e avevo iniziato a scartarlo finché mia madre mi aveva intimato di lasciare stare quel regalo comprato per altri bambini. Ligia com'ero, mica avevo chiesto a cosa si dovesse il regalo, avevo mollato tutto, tanto a Natale mi sarei rifatta.
Sì certo, peccato che quel giorno di Natale, vedendo lo stesso Sapientino, con la stessa carta mezza strappata, un'amara consapevolezza mi abbia avvolta: Babbo Natale non esiste.
Mi sono sempre chiesta se mia madre davvero mi credesse così stupida da non riconoscere il pacco trovato sotto al mobile o se riteneva fossi abbastanza grande per scoprire la verità (sì, ma allora perché non dirmelo direttamente?). Fatto sta che fu un duro colpo da mandare giù. Proprio il giorno di Natale, poi.
Insomma, tornando a Ieie, il dubbio su di lui mi è rimasto, fino a quando qualche giorno fa ha avuto questa conversazione con i nonni materni.
"Nonno, ma quest'orologio me lo hai regalato tu?".
"Io? Macché, Babbo Natale".
"Ma come faceva Babbo Natale a sapere che volevo proprio questo modello qui, nero? Io l'avevo detto solo a te, solo tu lo sapevi".
Ecco.
Quel che mi stupisce è che non mi abbia chiesto nulla (io invece, dopo il Sapientino domandai spiegazioni a mia madre che insisteva sull'esistenza di Babbo Natale) anche se sono contenta che abbia mantenuto il silenzio con la sorella, ingenua e sognatrice fin nel midollo. Io, lo confesso, non fui altrettanto brava, e la prima cosa che feci quel Natale, fu di rivelare (condividere) l'amara verità con le mie cugine. Anche la più piccola, che con me si toglie quasi cinque anni, che si opponeva cocciutamente alla mia tesi.
Ve be', in ogni caso per adesso mi rimane la Lolla da far sognare.
Per adesso? Mi sa che prima o poi le dovrò dire io che Babbo Natale non esiste. Altrimenti potrebbe arrivare con questa illusione sino alla maggiore età.

P.S.
E tuttavia, poiché in seguito alla sua lettera Babbo Natale mi ha regalato un golfino rosa, Ieie ogni volta che lo indosso mi dice felice che quello è il golfino che lui mi ha fatto portare da Babbo Natale. Chi lo sa, forse resiste, tenace, il desiderio di  magia.


7 commenti:

  1. Ciao Hermione non sei fuori tempo massimo: anche io sto ancora rimuginando su quanto accaduto tra Matteo e Babbo Natale quest'anno e ci vorrei scrivere un post ma non trovo mai l'ispirazione. Che dire, e' che i bambini hanno una logica ferrea e subito notano qualcosa che stona ma finche' non sono pronti ad accettarne le implicazioni non lo fanno, semplicemente. La difficoltà e' la nostra che stiamo sempre a domandarci "che fare?" e penso tu abbia fatto bene ad osservare senza esercitare troppe pressioni. Certo immagino ci sia sempre un po' di tristezza quando finisce una magia ma certe magie non finiscono mai perche', diciamocelo, Babbo Natale esiste solo e' un tantino diverso da come lo avevamo immaginato...Ciao, a presto
    P.S: noto con piacere che la semplicità del supporto cartaceo non e' prerogativa esclusiva delle letterine di mio figlio :)

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    1. Credo tu abbia centrato perfettamente il punto: i bambini intuiscono, ma non vuol dire che possano (o vogliano) dare corpo a quell'intuizione, almeno non subito.
      La fine di Babbo Natale mi fa pensare un po' alla fine dell'infanzia, soprattutto in questo periodo in cui vedo intorno a me bambini che bruciano le tappe velocemente, e forse non sono pronta a lasciar andare i miei figli. Ma non posso fare altro che continuare con il mio compito di genitore: esserci, osservare e intervenire se è necessario.
      Se vorrai raccontare la tua esperienza con Babbo Natale, ti leggerò con piacere. Intanto grazie per il tuo contributo e...ma perché, esiste un modo diverso di scrivere la letterina a Babbo Natale? Io non ci avevo mai pensato!

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  2. Questa storia di Babbo Natale mi sa che ha traumatizzato un po’ tutti. Io l’ho scoperto ascoltando i discorsi della mia baby-sitter e poi grazie alla mia “migliore amica” (se non lo stesso giorno, sicuramente in due giorni molto vicini).
    Ora che tocca a me essere mamma... non so se raccontare questa fandonia dell’omone che porta i regali o spostare la magia da qualche altra parte, lasciando perdere la storia del ricatto “se fai il bravo avrai dei giochi”.

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    1. Tempo fa una mia amica mi raccontava che i suoi non le avevano mai parlato di Babbo Natale. Semplicemente lei a Natale riceveva i doni e i doni arrivavano da mamma e papà, per cui pensava di fare lo stesso con la sua bambina.
      In quell'occasione mi sono chiesta se questa non fosse la soluzione migliore, niente delusione, niente sotterfugi per non farsi scoprire, niente bugie seppur a fin di bene. Poi però mi sono chiesta se sarebbe piaciuto a me, crescere senza Babbo Natale. Cioè, tornando indietro, ne farei a meno? La risposta è che non lo so. Però quell'emozione che si prova la mattina di Natale nell'accertarsi che sotto l'albero ci sia qualcosa...quella gioia che per anni ho letto sui loro volti, non so, quello credo che mi sarebbe mancato.

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    2. Alla fine queste sono decisioni molto soggettive, io avrei volentieri barattato la storia di Babbo Natale con altre cose, in altre circostanze. Alla fine non è mai semplice bilanciare le cose e mi sembra che quello che decidi decidi in qualche modo è impossibile sbagliare.

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  3. Ciao Gnoma Irma secondo me Babbo Natale nella vita di un bambino ci vuole e te lo dice una per la quale non e' mai arrivato. Alla fine ciò che gratifica il bambino, ciò che e' importante non e' il dono ma proprio il fatto di averlo "guadagnato" che poi e' il paradigma di come dovrebbero andare le cose nella vita adulta. Il bambino che scrive la letterina sta chiedendo il "pagamento" per un "lavoro" che ha svolto per un intero anno e spesso si tratta di un lavoro emozionale e sociale (fare il bravo e non andare a scuola o sparecchiare la tavola). Io penso che da genitori dobbiamo sfruttare tutte le occasioni che ci permettano di promuovere la crescita dei nostri figli dunque ben venga anche Babbo Natale. Ciao

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    1. Certo, si tratta della gratificazione per un lavoro. Ciò non toglie che possano essere i genitori a gratificare, invece che questa figura astratta ed esterna che poi all'improvviso scompare (e magari fa finire per chiedersi chi te l'ha fatto fare di faticare tutti gli anni per qualcosa che non esiste).
      Personalmente non ricordo abbia mai influito molto sul mio comportamento, tanto comunque arrivavano bene o male tutti i regali che chiedevo.

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