mercoledì 7 dicembre 2016

Quando un papà va al colloquio scuola-famiglia

Il primo colloquio scuola-famiglia di quest'anno scolastico, e il primo in assoluto della Lolla, se n'è andato senza che potessi prendervi parte. Mai e poi mai avrei voluto mandarci mio marito il quale, è risaputo, è laconico al limite dell'assenza. Al punto che se telefona a un amico per fargli gli auguri per essere diventato papà, non sa nemmeno dirti come si chiama il bambino/a ("Dovevo solo fargli gli auguri, non sono come te che non la smetto più di chiacchierare", si va buò, una via di mezzo no?). Le circostanze però, hanno giocato a mio sfavore e, debilitata da una febbre come non mi accadeva da tempo, ho dovuto accettare che al colloquio ci andasse proprio lui, l'uomo che non deve chiedere mai. E infatti...
Dopo tre, e dico tre, ore in fila per parlare con ben sette insegnanti, ecco quello che mi ha raccontato:
- il giudizio dell'insegnante di storia e geografia della Lolla è stato che la bambina è molto carina (sarà un suggerimento velato affinché non sprechi tempo con lo studio e si dedichi a qualcos'altro?);
- l'insegnante di storia, scienze e geografia di Ieie si è complimentata per il lavoro scritto richiesto ai genitori, una lettera in cui raccontavamo le circostanze della nascita dei nostri figli; a quanto pare la mia l'ha commossa, sicché posso dire che con i compiti delle elementari ancora me la cavo. Si va bè, ma mio figlio?
- la fila più lunga pare sia stata quella dell'insegnante di matematica della Lolla "tutti i genitori stavano dentro a parlare con lei per ore. Tranne me, io mi sono sbrigato subito", e come ti sbagli;
- dopo tre ore di assenza, se non mi fossi impuntata per avere maggiori dettagli, il resoconto del marito sarebbe stato "Tutto a posto, i bambini non hanno problemi a scuola".
Gli elementi di cui sopra sarebbero i maggiori dettagli.

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