venerdì 11 novembre 2016

Harry Potter e la maledizione dell'erede

Ciao Harry, è stato bello ritrovarti dopo tanto tempo. Dopo esserci visti, e rivisti, per un po', sulle stesse pagine, fino poi a capire che era finita, e così doveva andare.
Erano passati dieci anni, nella realtà, e diciannove nella finzione e devo ammettere che avevo un po' di timore perché la tua storia era finita come doveva finire e rimetterci mano poteva essere pericoloso. E deludente. E poi ricordo ancora il trauma giovanile di Pocahontas II, quando scoprii che dopo tutto quello che lei e John Smith avevano passato insieme, lui era diventato un giramondo refrattario all'amore e lei aveva già trovato un altro per rimpiazzarlo. Non si fa così! Sarebbe come scoprire che Cenerentola ha sposato il principe solo perché era ricco e le avrebbe preso una colf.
In aggiunta un testo teatrale, non so, pensavo non fosse roba per te, roba per noi. Niente descrizioni, solo dialoghi, una gestione del tempo così differente a quella alla quale eravamo abituati, pochi anni trascorsi solo nelle prime pagine.
Poi però mi sono dovuta ricredere. Perché là dentro c'eravate tutti voi, tu, Hermione, Ginny, Ron, Draco. C'erano le atmosfere magiche così note e quegli incantesimi che solo a sentire la formula sappiamo già di che si tratta.
E c'eri tu. Che adesso hai la mia età e sei proprio come me, incasinato, con le carte che si accumulano sulla scrivania, le giornate da assemblare tra lavoro e famiglia, i figli che ti mettono in crisi e fanno vacillare le tue poche certezze.
Soprattutto c'è il tuo secondogenito, Albus, così diverso da te, che ti dà tanti problemi. Con lui non riesci proprio a capirti. E ci credo. E' un Serpeverde, odia Hogwarts e per di più il suo migliore amico è il figlio di Malfoy. Eh no, non ti somiglia per niente, non ha ereditato da te nemmeno un po' del tuo carisma, del tuo coraggio, del tuo spirito avventuroso...ma sarà vero?
Che dire, Harry, è stato bello rivedersi anche se per poco, pochissimo. Perché la tua mamma, anche se in questo caso ha lavorato in compagnia, ti ha trattato, ci ha trattato con rispetto. Ha ridestato quel mondo magico e bellissimo al quale appartieni (a proposito, ma quanto sarebbe bello se anche noi italiani potessimo vederlo a teatro? che poi come li hanno realizzati tutti quei cambi di scena?) senza stravolgerlo, seppur raccontando una storia nuova e inaspettata.
Anche stavolta è andata come doveva andare. Ciao Harry, non so se ci rivedremo ancora. In ogni caso, quando la nostalgia busserà, ho otto tuoi ricordi dove andare a ritrovarti.


Harry Potter e la maledizione dell'erede, di J.K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne, Salani editore, trad. di Luigi Spagnol

4 commenti:

  1. Ciao, sono arrivata qui dal blog di Elasti, devo ammettere attirata dal tuo nickname.... e infatti.... :-) Anche io ho letto La Maledizione dell' Erede, e beh certo non è Il Principe o l'Ordine... però mi è piaciuto. Mi hanno detto che lo spettacolo teatrale è magistrale!

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  2. Ciao! E' vero, Harry non delude mai e anche Hermione che mi piace tanto per la sua passione per i libri (se poi esistesse anche nella realtà un incantesimo come quello che usa al ballo del ceppo per lisciare i capelli cespugliosi mi farebbe proprio comodo).
    Vero che lo spettacolo è bello? Io non ho letto nulla al riguardo, ma dal testo ho immaginato qualcosa fuori dall'ordinario.
    Grazie per essere passata di qui e torna presto.

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  3. Be', ma spero proprio che lo facciano anche in Italia! Sarebbero proprio cretini se non lo facessero!

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    1. E magari che non si limitino solo alle grandi città, ovvero Roma e Milano, che l'Italia è lunga e i fan di Harry sono ovunque!

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