lunedì 28 settembre 2015

Weekend sul Pollino #1

Vivendo in uno dei pochi posti completamente piatti d'Italia, mi dimentico che il nostro Paese è per lo più montuoso. Che è fatto di borghi sospesi o incastonati dalle salite acciottolate; di tornanti in bilico sul nulla dall'asfalto sconnesso a causa di piogge e smottamenti; di frazioni isolate dove, quando nevica, la quotidianità si svolge in una strada tra una manciata di volti amici. Mi dimentico anche di quanto mi incuriosisse la vita in questi posti dove un tempo l'isolamento era dettato dalle difficoltà di reperire il segnale radiotelevisivo e oggi dalla lentezza, o dall'assenza, di quello digitale. Con buona pace della globalizzazione.
A rinfrescarmi la memoria ci ha pensato una gita sul Pollino nel fine settimana che ha preceduto l'inizio della scuola. Erano più di vent'anni che non andavo in montagna e mai prima di allora, mi era capitato di andarci con la bella stagione. Sarà per questo, o perché le vette del Parco differiscono dalle Alpi e dal Gran Sasso, che ho visto scenari nuovi per i miei occhi. In più, devo ammetterlo, non ero mai stata in Basilicata se non di passaggio, pensando, con errore e presunzione, che non ci fosse granché di interessante. Ho scoperto invece che la Regione offre panorami affascinanti ed è puntellata di piccoli borghi, ognuno con una storia e una curiosità da mostrare. Che il parco del Pollino, a cavallo tra Basilicata e Calabria, è il più grande d'Italia (chi se lo immaginava?), che la sua vetta più alta, dal nome Dolcedorme, supera i 2.000 metri (700 metri in meno del Corno Grande sul Gran Sasso) e che le attività (acquatrekking, rafting, arrampicate) e le escursioni sono talmente tante che un weekend non basta nemmeno per la metà.
L'occasione è stata anche un modo per riappropriarsi dei viaggi in comitiva, aboliti dopo la nascita dei bambini, e resi nuovamente possibili dalla compagnia di famiglie con figli della stessa età dei nostri. La presenza di amici di grandi e piccoli ha reso la vacanza più piacevole per tutti e se è vero che la convivenza, o quanto meno la vicinanza persistente, può scatenare scintille anche nei rapporti più consolidati, in questo caso tutto è stato estremamente easy.
Il nostro weekend è iniziato al Mulino Iannarelli in una frazione di San Severino Lucano, paesino che per motivi di tempo abbiamo solo attraversato in auto, ma che mi è sembrato molto curato e ordinato con le sue insegne di legno in perfetto stile montanaro. Al Mulino, che offre anche alloggi, abbiamo mangiato divinamente a prezzi onesti e i bambini si sono divertiti a catturare le mini rane che si confondevano nel verde del prato (poi le hanno liberate, però!). Nelle vicinanze, oltre al fiume, ci sono delle cascatelle da vedere, sebbene in Basilicata ne esistano di più grandi e suggestive.

Le cascate vicino al Mulino Iannarelli
In cerca di qualche itinerario sulla strada per Rotonda, dove ci aspettava il nostro alloggio, ci è stato consigliato il santuario della Madonna del Pollino, centro di grande devozione locale che si raggiunge salendo fino a 1.500 metri con la macchina tra boschi immaginifici tappezzati da minuscoli ciclamini lilla, con i raggi del sole trattenuti dal verde della vegetazione. Il santuario, da quel che ho capito, è aperto solo nella bella stagione, e noi siamo capitati nell'ultima settimana utile. Oltre ai luoghi di culto ha una bellissima passeggiata panoramica che a tratti, per mancanza di recinzione, può dare un po' alla testa, ma che permette di ammirare tutta la valle del Parco.
La valle vista dal Santuario

Ciclamini spontanei

Devo ammettere che lassù, ma anche il giorno dopo in giro per il Parco, ho rimpianto le mie scarse cognizioni botaniche e di geografia fisica. Mi sarebbe piaciuto dare nomi a piante e fiori, spiegare ai bambini la vita del bosco, la differenza tra un ruscello, un torrente e un fiume, ma, oltre al fatto che non ricordo di aver mai studiato niente di simile a scuola, essendo cresciuta tra il mare e l'arida pianura, la mia ignoranza è giustificata.
In serata siamo giunti nella frazione di Rotonda dove sorge l'agriturismo che avevamo scelto per soggiornare. Si tratta di una struttura adagiata nella valle con un panorama fatto di tutte le sfumature del verde, casette che sembrano ancorate sui pendii e orticelli colorati dove la melanzana rossa, specialità locale, fa da padrona.

Dalle recensioni su Tripadvisor sapevamo che la titolare aveva un carattere...particolare. In effetti, può sembrare un po' ruvida e ha delle uscite talvolta infelici, tuttavia ci ha fatto, inconsapevolmente, divertire. Proprio per le nostre innocenti risate, e per evitare di offendere qualcuno, evito di citare il nome del posto, consigliatissimo per altro, per comfort, prezzi contenuti e pasti ottimi e abbondanti a base di zucca, tartufo, funghi, melanzana rossa e cinghiale.
Siamo andati a dormire con la panza più che piena. Il giorno dopo ci aspettava il Parco del Pollino.

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