venerdì 7 agosto 2015

Il subacqueo

Al paesino l'acqua è alta. Non solo perché qui i fondali diventano subito profondi, ma soprattutto perché essendo di roccia, l'unico modo per evitare di prendersi un riccio di mare sotto i piedi, è spingersi dove non si tocca. Ok, questo era vero soprattutto in passato, oggi i ricci scarseggiano, ma forse sarà stato per questo che noi cuginette abbiamo imparato presto a nuotare, e per nuotare intendo né ciambelle, né braccioli, né altri supporti. Solo noi e il mare. E un costume da bagno, of course. Ogni "nuova" cugina imparava a destreggiarsi tra le onde, prima di quella che l'aveva preceduta. Sarà per questo che la più giovane di noi quattro è anche la più brava a immergersi.
Comunque, per me, che i miei figli imparassero a nuotare come la loro mamma, senza passare per piscine, corsi e così via, ma solo grazie al mare del paesino, è sempre stato un punto d'onore. E invece Ieie e la Lolla si son mostrati da subito un po' frenati, un po' timorosi davanti all'acqua. L'anno scorso la Lolla, buttatasi con troppo entusiasmo in mare il primo giorno di vacanza, e andata giù sotto un cavallone, non volle farsi il bagno per quasi metà vacanza. Anche il piccolo Ieie guardava quella massa blu con diffidenza, preferendo arrostirsi al sole piuttosto che tuffarvicisi. Col tempo, per fortuna, le cose sono migliorate. La diffidenza è rimasta e l'acqua in faccia, specie per la Lolla, rappresenta ancora uno spauracchio, ma i passi avanti ci sono stati.
Quest'anno Ieie ha abbandonato definitivamente i braccioli, ma senza pinne continua a nuotare contratto come in preda a un attacco di artrosi, il che gli impedisce di rimanere per bene a galla, la testa che emerge con difficoltà. Con le pinne, e la maschera, è un altro bambino. Mantiene la posizione orizzontale, mena qualche bracciata e oggi, bé oggi in quattro e quattr'otto, ha imparato ad andare sott'acqua.
Ha sempre guardato le mie capriole e le mie "immersioni" (per carità non sono Pellizzari, quando vado giù di un metro è pure troppo) con gli occhi sgranati, chiedendomi come facessi. Oggi si è spinto più in là. Ha voluto osservarmi con la maschera mentre mi immergevo, mi ha chiesto istruzioni, ha accettato di andare sott'acqua guidato dalle mie mani che prima lo hanno spinto verso il basso e poi lo hanno fatto risalire. Normalmente, dopo questi esperimenti, si riserva di ripeterli per molto tempo. Invece, dopo il primo tentativo ha voluto continuare da solo. Testa in acqua, spinta di piedi, sedere in su e poi sotto, fino a risalire. Una, due, tre volte, all'infinito. Ha abbozzato anche alcune capriole. Ogni volta riemergeva sorridente, soddisfatto per non aver bevuto, divertito, sempre più a suo agio. E che dire, son rimasta a bocca aperta, fuori dall'acqua, eh, che se no bevevo.
Ora, magari non sa stare a galla, ma almeno adesso so che se Ieie andrà giù riuscirà a nuotare!

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