domenica 11 luglio 2021

Riflessioni sparse sulla vita di questi tempi

 Siamo stati un week end sulla costiera amalfitana e quel che mi ha colpito di più è stato rendermi conto che c'è un'altra vita fuori dai rigidi schemi che il Covid ci ha imposto, fuori dalle quattro mura dove da mesi rimuginiamo sui nostri affanni. Scoprire, o ricordarsi, che esistono altri mondi, altri posti meravigliosi in cui perdersi e ritrovarsi, in cui lasciar decantare i pensieri più bui per prendere in cambio rinnovate energie che, insomma, non esistono sono le regole che hanno travolto e imbrigliato le nostre esistenze, ma che la VITA continua.
Gattino a zonzo in quel di Capri
Poi, va be', torni a casa e vuoi o non vuoi il tuo animo si ritrova in zona rossa.
Non riesco veramente a guardare con fiducia al futuro, forse perché la verità è che non posso progettarlo e quindi non sono più padrona dei miei giorni. Sì è vero, adesso si possono fare molte cose che fino a pochi mesi fa erano vietate, ma la sensazione è quella di vivere in una di quelle bolle di vetro che quando le capovolgi cade giù la neve. Bellissime, ma, finito lo spettacolo, tutto rimane immobile e sigillato sotto una calotta. E' esattamente come mi sento. Siamo nel pieno del turbinio estivo, tutto (o quasi) è lecito, di più: bisogna fare la qualunque perché questa libertà potrebbe durare poco.
Un orologio nella reggia di Caserta simbolo di questi mesi chiusi mentre il tempo va
Siamo stati travolti da un'epidemia di lauree, compleanni e battesimi di bambini che manco sono nati e altri che son così grandi da poter rispondere in autonomia al sacerdote. Tutti presi dalla frenesia di organizzare perché "adesso si può fare, a ottobre chissà". Ecco, io non riesco a essere felice, a godere del momento se vivo con il dubbio di dover, tra un paio di mesi, tornare dietro le sbarre. Il ruolo del detenuto in permesso premio non mi si addice.
Può darsi che sia una pessimista, o che questi ultimi anni abbiano acuito il mio sguardo obliquo sul mondo, ma quando vedo persone accalcarsi sotto un maxi schermo o in un rave party e poi sento ancora la parola Dad che quando meno te l'aspetti torna in campo (per altro, dei mezzi di trasporto quando ne parleremo, a settembre?), non posso che demoralizzarmi e pensare che siamo proprio dei deficienti.
Intanto, man mano che esco e mi capita di parlare con le persone, si moltiplicano i racconti di ragazzi, soprattutto undicenni e quattordicenni che si sono lasciati alle spalle il primo anno di medie e superiori, che hanno passato l'intero anno scolastico a casa o che, pur essendo andati a scuola, si sono ritrovati a frequentare solo in due tre (qui da noi era possibile, "grazie" all'ordinanza della Regione), e che quindi non hanno conosciuto i nuovi compagni e ora sono ancora più soli. Adolescenti che, a estate iniziata, continuano a vivere in una stanza con la sola compagnia di un telefono cellulare, incapaci di uscire nel mondo e vivere.
Sul fronte anziani, invece, aumentano i racconti di persone che dopo aver passato l'inverno nella solitudine delle proprie case, sono  caduti in uno stato di profonda depressione. Uno scenario sconfortante del quale nessuno sembra accorgersi perché adesso bisogna infondere fiducia che c'è "il rimbalzo del Pil", così come nessuno fa menzione di quelle vetrine inesorabilmente vuote che picchiettano il paesaggio urbano, posti di lavoro e entrare perse, dei commercianti indebitati per andare avanti e che ancora arrancano per una stagione turistica  che, a causa di un continuo mutamento delle regole, non è mai veramente decollata.
Vetrine vuote sul corso della bella Sorrento
Ecco perché non ho fiducia e non voglio fare progetti. Perché molti di noi si sentono ancora in un pantano dal quale faticano a scappare, perché non si può programmare se non c'è certezza sul futuro.
Qualche settimana fa la Lolla ha fatto la sua prima Comunione: nel mese e mezzo intercorso dall'annuncio della data al giorno fissato, oltre ai cambiamenti di fascia di colore e di orari di coprifuoco, le norme sull'accesso ai ristoranti sono mutate così tante volte che se avessi scelto di festeggiare in un locale ci avrei perso la testa (o forse no, perché mi dicono che alla fin fine molti le regole non le rispettano). Ho preferito rimanere a casa mia con i parenti stretti, ho scelto, come faccio ultimamente, di non impazzire più dietro a ciò che è lecito o no. Seguo le notizie il minimo indispensabile e per il resto mi autolimito, rinunciando, ora come ora, a tante cose (del resto per un anno e mezzo ho rinunciato a vedere i miei e uscire di casa, per cui alla fin fine c'è di peggio).
Mi rendo conto che c'è un'epidemia, che la malattia è in continuo divenire e fare previsioni è difficile, ma allora mi chiedo perché, da oltre un anno a questa parte, schiere di Soloni della scienza continuino a straparlare, dicendo tutto e, a seguire, il contrario di tutto, demolendo le nostre speranze e lanciandosi in previsioni avventate, ma ahimé di grande impatto emotivo. Se è vero che abbiamo di fronte una sfida senza precedenti e che un aggiustamento continuo dei mezzi per affrontarla è d'obbligo, un po' più di cautela, e di silenzio, non farebbero male.
Per ritornare a quella normalità di cui tutti ormai si riempiono la bocca in maniera stucchevole, mi pare manchi ancora del tempo.
O così o dobbiamo considerare normale andare a scuola con la mascherina.

giovedì 17 giugno 2021

Su Instagram e la vetrina che inganna

 L'altro giorno guardavo le foto fatte a Gardaland da Chiara Ferragni. Premetto che non ho nulla contro di lei, anzi ritengo sappia fare molto bene il suo lavoro, per cui questo non vuole essere l'ennesimo post denigratorio nei suoi confronti. Semplicemente leggendo il tag supplied sotto a ogni scatto in cui lei il suo bambino e una comitiva di amici e parenti venivano immortalati al parco divertimenti, non ho potuto fare a meno di elaborare una considerazione.
Ora. So bene che offrire gratis il proprio prodotto a un Vip è una delle strategie di marketing più comuni e che il mancato introito per qualche biglietto donato sarà ampiamente compensato dalla marea di persone che andranno a Gardaland dopo aver visto le foto della Ferragni, ma so bene, anche, quanto costi andare in un parco divertimenti. Meno di venti giorni fa, infatti, abbiamo portato i bambini allo Zoosafari di Fasano. Quattro biglietti, di cui solo uno ridotto perché abbiamo scoperto con rammarico che il dodicenne paga come un adulto, ci sono costati una bella sommetta. Ma va bene, rivedere gli animali era una promessa che avevamo fatto ai bambini/ragazzi che dopo questo periodo difficile avevano bisogno di respirare un po' di normalità. 
A dire il vero mai, come in questo momento, credo che tutti i bambini/ragazzi abbiano bisogno di evasione, però mi rendo conto che non tutte le famiglie sono in  grado di sborsare un centone e più in un colpo solo. Specialmente se numerose e se i genitori hanno potuto riprendere a lavorare solo da poco e con tutte le incertezze del momento. Ecco che allora è scattata la mia riflessione sulle foto della Ferragni che, in un altro momento, mi avrebbero lasciata indifferente. Non ho potuto fare a meno di pensare che, a fronte di tanti ragazzini che meriterebbero di svagarsi in un parco divertimenti, ma che non possono permetterselo, proprio a lei è stato offerto di farlo gratuitamente, proprio lei che, senza colpo ferire, avrebbe potuto pagare i biglietti per sé e tutti gli amici e parenti al seguito.
Tutto qui.
E qui arriva un'altra riflessione che riguarda Instagram e gli influencer in generale. Io ne seguo diversi e lo faccio perché mi piacciono, evidentemente. Ogni volta che fanno una sponsorizzazione, che sia una casa vacanze, un elettrodomestico, del make up o un ristorante, tutti quanti si premurano di dire che scelgono accuratamente ciò che pubblicizzano e accettano solo prodotti della cui bontà sono assolutamente convinti. Non ho motivo di non crederci, tuttavia, pensando attentamente a ciò che vedo, rimango perplessa.
Quando devo acquistare qualcosa in rete, infatti, o se scelgo un ristorante su TripAdvisor, una delle prime cose che guardo (e non credo di essere l'unica) è il prezzo. Un locale, o un prodotto, per quanto bellissimi, vengono scartati se troppo cari. Allora mi chiedo, si può essere veramente obiettivi nel recensire qualcosa se non la si è pagata di tasca propria?
Diciamolo senza giri di parole: non andrei mai e poi mai in una casa vacanze di lusso sapendo che il soggiorno, per quanto stupendo, mi costerà pezzi e pezzi da cento. E questo a prescindere dal fatto che abbia o meno i soldi per pagare. Tuttavia se qualcuno fosse così generoso da offrirmi un fine settimana in una villa con piscina, terrazza con jacuzzi e rifiniture di lusso (anzi, se addirittura mi pagasse) e se il posto incontrasse i miei gusti, non avrei remore a raccontare quanto si stia bene. Ma, detto questo, se il soggiorno fosse a mie spese, opterei meglio per il mini appartamento col cucinino nascosto da una porta a soffietto e le coperte quadrettate vintage.
Ecco allora, che si insinua il mio dubbio. Sono davvero onesto se nel dire un gran bene di un prodotto non l'ho pagato? Sarei così entusiasta se per averlo avessi dovuto sborsare un bel po' di soldi? Perché, dopo tutto, il prezzo è uno degli elementi fondanti per giudicare un acquisto. Quante volte dopo aver fatto compere ci siamo detti "Bello sì, ma non vale il costo"?
E no, non basta puntualizzare come spesso fanno gli influencer "Se non me l'avessero regalato me lo sarei comprato" che è un po' come dire a una persona che non sa se farsi operare a cuore aperto "Se fossi al posto tuo lo farei", perché la verità è che al posto suo non ci siamo.
Un'ultima domanda, infine, per quegli influencer che oggi dicono un gran bene dell'aspirapolvere XY, bello, bellissimo, un vero portento, indispensabile (se non fosse che costa un occhio della testa) e qualche mese dopo ripropongono lo stesso quadretto con l'asiprapolvere YZ, stupendo, fa tutto lui e ti costa l'occhio che ti è rimasto.
Ecco, cari miei, ditemi la verità: se aveste dovuto pagare voi, quale dei due avreste scelto?

venerdì 11 giugno 2021

Pretty little liars-Crushed

Emily, Aria, Spencer ed Hanna sono quattro liceali legate dall’amicizia per Ali, la ragazza più popolare della scuola. Sparita misteriosamente Ali, si sono perse di vista per ritrovarsi pochi anni dopo bersaglio comune dei messaggi minatori firmati A, messaggi che contengono i segreti più inconfessabili di cui solo Ali era a conoscenza. Ma Ali è morta, il suo cadavere è stato ritrovato, come può esserci lei dietro allo stalker?
La risposta arriverà tra le fiamme di un incendio appiccato per ucciderle e nel quale sarà invece A a perdere la vita. Forse. O forse no.
Un anno e più è passato dalla notte del rogo, Emily, Hanna, Aria e Spencer devono fronteggiare un nuovo A sempre al corrente di ogni loro mossa e di segreti che rischiano di mettere le ragazze nei guai. Il sospetto che il vecchio e il nuovo A coincidano è quasi una certezza, ma resta da capire come abbia fatto a sopravvivere all’incendio e chi l’aiuti nel suo piano omicida.
In Crushed, capitolo 13 e prima parte della tetralogia che ci condurrà all’epilogo finale, le quattro amiche sono finalmente consapevoli che per vincere una guerra è necessario avere un piano: burner phone, camere antipanico e linguaggi in codice per sfuggire al controllo di A e una lista di sospetti tra cui trovare il misterioso aiutante. Il progetto sembra funzionare e il momentaneo silenzio di A permette di raccogliere qualche informazione in più sui suoi trascorsi, portandole alla scoperta sconcertante che Noel, il fidanzato di Aria, aveva con A un legame più stretto di quanto avesse mai ammesso.
Ma attenzione, con A le cose non sono mai come sembrano e se il lettore libro dopo libro affronta ogni verità con cauto scetticismo, le liars peccano ancora di ingenuità finendo per cadere, anche stavolta, nella trappola di A. Una trappola che lascerà dietro di sé una cospicua scia di sangue.
Se anche stavolta le ragazze finiscono per percorrere una falsa pista, Crushed si distacca dai capitoli precedenti perché cominciamo ad avere qualche pezzo in più sul passato di A, sebbene non sia possibile capire quanto di quello che le liars scoprono sia attendibile (e utile) e soprattutto perché A permetta loro di arrivare ad alcune informazioni. Nuovi elementi, ma anche nuovi personaggi dei quali, visti i precedenti, il lettore tende a dubitare, perché buoni e cattivi, in questa storia, sono divisi da confini labili. E ancora tante domande e misteri sulle mosse di A che faranno da fondamenta per la terzultima puntata, col sospetto sempre più consistente che ad aiutare lo stalker ci sia qualcuno molto, troppo vicino alle ragazze.

Pretty little liars-Crushed di Sara Shepard, Atom books

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

giovedì 10 giugno 2021

Scampoli di compiti

Con lui

1789: the summer of love

"...e così il 4 luglio la folla entrò nella Bastiglia per amarsi".
"Per amarsi??? per armarsi!".
"Ah ecco, in effetti mi sembrava strano".

Fate l'amore non fate la guerra

"Mamma, ma perché gli uomini fanno le guerre?! Ma ci pensi che se non si fossero fatte tutte ste guerre adesso noi non dovremmo studiarle!".

Con lei

Quoque tu Brute

"...alla fine Cesare venne ucciso dai suoi oppositori che lo pugnalarono".
"...".
"....ma cosa significa pugnalare?".
"Colpire con un pugnale, che è una specie di piccola spada".
"Io pensavo voleva dire uccidere a pugni!".

La patriota

Studiando il Friuli-Venezia Giulia
"Mamma comunque per fortuna l'Istria e la Dalmazia non fanno più parte dell'Italia se no il Friuli sarebbe più lungo da studiare".
"Chissà, magari se fossero rimaste all'Italia ci sarebbe stata un'altra Regione".
"Ecco appunto. Meglio così allora, che se la devono studiare i Croazi!".

La sincretista

"Mamma mi aiuti a fare questo cruciverba per religione? Il numero 6 dice 'Il primo patriarca'".
"Dai, lo conosci. Partì da Ur dei Caldei verso la terra promessa".
"Ah, Abramo. Ma Abramo non era ortodosso!".

Cosa vorrebbe dirci Dante
 
"Mamma, hai presente quando Dante nella Divina Commedia incontra Ulisse?".
"Quando dice Fatti non foste a viver come bruti.."
"Bruti?! Io avevo scritto bruchi".
"Ma perché mai Ulisse avrebbe dovuto dire ai suoi compagni di non vivere come bruchi?".
"Va be', insomma sai quando dice Considerate la vostra semenza?"
"Sii?"
"Ecco, siccome eravamo in Dad io non avevo capito bene e ho scritto Considerate la vostra scemenza!".

Il motivatore

"Mamma sai il disegno di Dante e Virgilio che avevo fatto? La maestra l'ha messo nel filmato sui disegni della Divina Commedia. Ma non ha messo tutti i disegni, solo quelli più belli".
Ieie: "La maestra doveva proprio essere disperata".

lunedì 7 giugno 2021

L'ultima settimana

 E così l'ultima settimana è iniziata. Gli ultimi giorni in cui con lo sguardo seguirò i tuoi passi fin nell'atrio della scuola, tu e il tuo carrellino, il passo lieve e i capelli che dondolando ti sfiorano il viso.
E così è iniziato il rito delle ultime volte. Gli ultimi giorni nella vostra aula, che è stata vostra per cinque lunghi anni. Le ultime ore con le vostre maestre, che vi hanno accompagnato nella strada gioiosa che dall'infanzia conduce alla giovinezza. La maestra dolce nelle cui braccia, ancora cuccioli, vi tuffavate a ogni incontro e la maestra più severa che, però, mi dicevi in prima, ti fa tanto ridere. Gli ultimi istanti nella vostra scuola a scherzare e chiacchierare, voi che siete stati insieme per otto anni. E un po' è come se ci fossi stata anche io, lì con voi, grazie ai tuoi puntuali resoconti quotidiani sui vomiti, i mal di pancia veri o presunti (quando c'era una verifica), le penne che esplodevano e le risposte poco pertinenti. 
Tra qualche mese tutto questo sarà di altri bambini. Ci penso da tanto a questo momento, lo sai? Ho contato i mesi, le settimane e i giorni, col cuore in gola e un punto di domanda su come sarebbe andata a finire.
E se da un lato ho un groppo che si scioglierà in lacrime nell'ultimo giorno, dall'altra sono felice che quest'anno così complicato volga al termine. 
Guardo il bicchiere mezzo pieno, perché sebbene senza feste, senza dolcetti e scambi di merende, senza l'ora di ginnastica e gli inviti a casa per fare i compiti, senza gita e senza recita di fine anno, senza, soprattutto, i sorrisi e gli abbracci degli amici, avete almeno potuto stare assieme per la quasi totalità del tempo (tranne le chiusure imposte dal nostro sempre beneamato e avveduto governatore) e davvero non era così scontato.
Non so a te che sembri incurante della fine che incombe, ma a me tutto questo mancherà, forse perché stavolta non c'è un figlio più piccolo a mantenermi ancora un altro po' nella scuola dei piccoli.
E allora ripartiamo con l'elenco delle ultime volte, pronti a cantare quella canzone sulla fine della scuola che, da oltre un anno, intonavate a ogni campanella, mentre la maestra severa vi diceva che no, ancora la scuola non era finita.
Ecco, tra qualche giorno potrete cantarla per davvero.
La Lolla, il primo giorno di questo strano anno

venerdì 14 maggio 2021

La pista di sabbia

La pista di sabbia si apre con un sogno dai tratti kafkiani, in cui c'è un cavallo, un cancello in mezzo al nulla e una donna. Al risveglio, Montalbano scoprirà che davanti alla sua terrazza, in mezzo alla spiaggia, c'è proprio un cavallo, ammazzato brutalmente a bastonate.
Ma non è questo l'unico elemento che lega il sogno alla realtà. La sparizione improvvisa della carcassa, giusto il tempo di entrare in casa per un caffè, aprirà le porte a un'indagine anch'essa kafkiana, perché in realtà la padrona del cavallo, una donna bellissima con cui Montalbano attraverserà il cancello in mezzo al nulla, non vuole sporgere denuncia. Il commissario, però, non riesce a lasciar perdere la pista che lo condurrà dritto dritto nell'alta società, in un mondo fatto di corse di beneficenza e cene indigeste. Contemporaneamente ci sarà da risolvere il mistero dei topi di appartamento che a più riprese si intrufolano nell'appartamento di Marinella in cerca di qualcosa o, forse, piuttosto in segno di minaccia, visto che il commissario dovrà a breve testimoniare in un processo di mafia.
La pista di sabbia non è solo quella delle corse a cui Montalbano suo malgrado dovrà assistere, né le tracce lasciate dai ladri del cavallo sulla spiaggia e neanche quella del famoso sogno. La pista di sabbia è metafora delle indagini del nostro commissario che si confondono e si disperdono in percorsi ingannatori, così come la vista di Montalbano che non vuole accettare che l'età reclama il suo prezzo. Come nei due volumi precedenti, il passare degli anni diventa il fil rouge che trascina suo malgrado i pensieri del commissario e che lo porta a sbandare, ancora una volta, compromettendo una relazione con Livia già ballerina.
Ma proprio quando pare che, a dispetto dell'età, con la consueta sfacciataggine montalbanesca, il nostro abbia salvato capra (cavallo) e cavoli, ecco che il percorso inganna e tradisce, colpa anche di una certa smemoratezza, aprendo di nuovo la porta a una gran camurria con Livia. Non prima, però, di una degna conclusione a base di una cena preparata da Adelina.

La pista di sabbia di Andrea Camilleri, Sellerio

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma

venerdì 30 aprile 2021

Le ali della sfinge

Dopo anni e anni di fidanzamento, Montalbano e Livia sono più distanti che mai. Non sono i chilometri a dividerli, stavolta, bensì il litigio consumatosi nell'estate appena trascorsa. Entrambi hanno qualcosa da farsi perdonare (e chi ha letto La vampa d'agosto sa quale sia il peccato del commissario), ma per chiarirsi ci sarebbe proprio bisogno di una bella sciarratina vis à vis. Peccato che un nuovo omicidio tenga impegnato il commissario di Vigata, alle prese col cadavere irricoscibile di una ragazza trovato in una discarica. Unico segno distintivo, una farfalla tatuata sulla spalla.
Il caso vuole che più di un testimone abbia conosciuto ragazze con lo stesso identico tatuaggio. Ragazze, sì, perché a quanto pare la farfalla pare essere stato il segno distintivo di alcune fanciulle provenienti dalla città russa di Sholkov le quali, oltre al tatuaggio, hanno in comune il fatto di essere transitate tutte da un'organizzazione dedita ad aiutare le ragazze di strada.
Troppe coincidenze perché a Montalbano non salti la farfalla, pardon, la mosca al naso. Ma il naso, nella faccenda, va infilato con cautela, perché l'organizzazione gode di importanti coperture, al punto che anche il questore è costretto a invocare cautela. Se poi si considera che Bonetti-Alderighi aveva già strigliato il commissario per i ritardi su un'indagine di un presunto rapimento, si capisce come ogni singola mossa di Montalbano rischi di scatenare un putiferio.
Ma il nostro ha gana di trovare risposte, gana e prescia, che ormai l'incontro chiarificatore con Livia non si può rimandare. Quando la strada pare imboccata, la scoperta che l'indagine compete ad altra procura sembra la soluzione più agevole per fissare le ferie e l'appuntamento con la quasi ex fidanzata. Ma è nell'imminenza del suo arrivo da Genova, in 24 ore più che concitate, tra corse in auto e imprevisti, che la vicenda trova la soluzione. Quella investigativa, almeno, perché l'affaire con Livia pare subire l'ennesimo ritardo che potrebbe, salvo sciarratina chiarificatrice, essere davvero l'ultimo della coppia. 
Ne Le ali della sfinge troviamo come sempre un Salvo e una Vigata al massimo del loro splendore, nonostante il grigio autunno incombente. Ogni personaggio è un ingranaggio ben studiato in quel teatro della commedia dell'arte che è la Sicilia di Camilleri. Mistero, risate e quel senso della vita che incombe, col commissario sempre più turbato dal passare degli anni, che ci fanno amare il personaggio di Camilleri, rendendocelo simpatico, ma mai stucchevole. E la storia con Livia? La sciarratina ci sarà, ma se sarà stata chiarificatrice ce lo dirà il prossimo racconto.

Le ali della sfinge di Andrea Camilleri, Sellerio

Questo post partecipa al Venerdì del libro di HomeMadeMamma